Anime & Manga Revolution

Damned Souls

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Roxy Niall
icon11  view post Posted on 10/10/2008, 19:06




Questa è la mia nuova fan fiction. Spero vi piaccia e sono disposta ad accettare consigli e aiuti...

Roxy^^

Disclaimer: All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. The original characters and plot are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any media franchise. No copyright infringement is intended.

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Damned Souls




Prologo



Stavo correndo a perdifiato giù per la stradina sterrata. Sapevo che lei era dietro di me anche se non sentivo i suoi passi ne un suo solo rumore. Correvo, cercando di distanziarla il più possibile. Non sapevo cosa mi aspettasse alla fine della strada. Qualsiasi cosa ci fosse stata però era meglio che essere presi da ciò che mi inseguiva. Il mio respiro era caldo al contatto con la mia pelle e i miei polmoni chiedevano un attimo di riposo. Non potevo fermarmi. Ecco in fondo alla via una luce. Era questo quello che vedeva una persona prima di morire?


>>>Capitolo 1<<<
Nascita

Ero sdraiata su un letto troppo scomodo per essere il mio. Le orecchie mi ronzavano per chissà quale motivo. Respirai a fondo, troppo codarda per aprire gli occhi.
<<deve essersi svegliata>> sussurrò una voce troppo lontana per identificarla.
Aprii cauta un occhio, incerta. Una stanza bianca, spoglia e squallida mi circondava.
Sbattei le palpebre ripetutamente in cerca di qualcosa che mi avrebbe fatto stare tranquilla, un oggetto di mia proprietà magari. Niente da ricollegare. Solo un letto, uno specchio poco lontano e la sedia su cui era seduta l’uomo che aveva parlato prima.
<<benvenuta>> esclamò di fronte a me.
Corrugai la fronte e mi morsi leggermente un labbro. Chi era quest’uomo? Lo squadrai da capo a piedi provando un forte dolore alla testa.
<<qual è il tuo nome?>> chiese gentile.
Il mio nome, che razza di domanda era questa? Cercai nella mia mente una risposta, ma trovai solo buio.
<<non ho un nome…>> risposi con la bocca secca. Improvvisamente un senso di sete immensa mi percorse da capo a piedi.
<<bè, non ti preoccupare. E’ tutto normale>> disse l’uomo alzandosi e prendendomi un bicchiere d’acqua. <<io sono Aaron>>
<<aaron…>> ripetei incerta.
<<si, è un nome un po’ strano, ma i miei genitori erano inglesi. Di Londra per la precisione>>
Lo guardai stupita.
Mi misi a sedere e mi guardai quella stanza orribile in cui mi trovavo.
<<tu sai come mi chiamo?>> chiesi a mezza bocca.
<<no>> rispose secco <<nessuno qui ricorda subito il suo nome>>.
Qui? Ma dov’era qui?
La mia mente fu invasa da una forte luce accecante. Correvo, ed era notte. C’era qualcosa dietro di me… mi inseguiva… ecco in fondo alla strada una luce…
Sbattei nuovamente le palpebre e uscii da quel ricordo vivido e terribile.
<<dove sono?>>
<<questa è la stazione “Sigma”, le camere di cura per i nuovi arrivati>>.
<<nuovi arrivati? Vuol dire che ci sono altri in stato confusionale come me?>>.
<<certamente. Ne arrivano tanti, ogni giorno>>
Cercai di alzarmi facendo forza con le mani sul letto. Superai Aaron e mi avvicinai allo specchio. Ero alta, snella e slanciata. Sicuramente alta 1,65 o un po’ di più. Toccai i miei capelli biondo cenere e mi sbalordii guardandomi gli occhi: viola come l’ametista.
<< i miei occhi… >> sussurrai incerta. Erano tutti così laggiù? Ma questa stazione “Sigma” cos’era?
<<so che avrai tante domande e ti garantisco che avranno tutte una risposta. Specialmente se sarai dotata…>> fece silenzio all’istante. Aveva parlato troppo.
<<dotata? Dotata di cosa?>>
Aaron si alzò come arrabbiato con se stesso. Sentii qualcosa cambiare sul mio volto e mi girai di nuovo a guardare lo specchio. I miei occhi avevano assunto un colore scuro, tendente al nero.
Spalancai la bocca incredula.
<<riposati. Quando arriverà il tuo turno ti chiamerò>> disse secco lui chiudendosi la porta alle spalle.
<<aspetta!>> urlai, ma se ne era già andato.
Mi risdraiai sul letto a pancia in su e richiusi gli occhi.

Correvo, giù per la strada e sentivo il mio respiro nelle orecchie. C’era qualcosa di pericoloso che mi inseguiva… dove correvo? La luce mi accecò nuovamente e la scena cambiò. Un ragazzo, di qualche anno più grande di me, camminava di fronte a me con un’espressione preoccupata sul volto.
-Tranquilla. Troveremo una soluzione- disse con la sua voce melodiosa.
-Non c’è una soluzione!- strillai io in preda al panico.
-No. Noi la troveremo-
Un lampo si schiantò accanto a noi con uno stridio acuto.
-Noi troveremo la soluzione…-


Aprii la bocca in cerca d’aria, la fronte sudata e il respiro corto. Un brutto sogno… o forse un ricordo.
Dalla porta della mia stanzetta entrava caldo e luce. Cercai di aprirla senza risultato.
I giorni passarono nel silenzio più totale. A volte sentivo qualche voce indistinta al di fuori della porta e correvo a chiedere di aprirmi, ma nessuno rispondeva.
Dopo tre giorni dal mio risveglio la fame era diventata più che una necessità un dolore fisico e la mia gola era secca. Non mi muovevo più dal mio letto, neanche per chiedere aiuto.


Dopo un altro giorno, Aaron tornò insieme a una donna bassa ma snella e agile. Doveva avere circa trentacinque anni, non di più, e i suoi capelli, lunghi fino alle spalle, sembravano colata lavica.
<<ciao>> esclamò Aaron raggiante <<siamo venuti a trasferirti nella tua nuova casa>>.
La donna aspettava, sull’attenti, fuori dalla porta.
Ero sdraiata sul letto immobile. Le sue parole erano quasi un disturbo alla quiete a cui ero abituata.
<<lei è Avigail>> continuò indicandola.
La donna, Avigail, si avvicinò e mi diede un bicchiere d’acqua che bevvi avida a perdifiato. La gola mi bruciava dai giorni rimasta senza quella bevanda benedetta. Avevo ancora molta sete però.
<<bene, dai, non perdiamo altro tempo>> disse lui.
Spalancai gli occhi dalla paura e mi raggomitolai su me stessa per proteggermi.
<<dai, sconosciuta, alzati e vieni con noi. Scommetto che sei affamata>>
Mi mosse sotto il naso un pacchetto di qualcosa di indecifrabile ma sicuramente appetitoso. Ingoiai tutto senza preoccuparmi di masticare e scesi dal letto, incerta sui miei piedi.
Li seguii fuori dalla porta cauta ad evitare qualsiasi cosa mi avrebbe potuto osservare o parlare.
Mi fecero salire su una specie di navetta di piccole dimensioni che partì con uno sbuffo.
<<queste sono le “Lamedh”. Sono molto utili nel trasporto tra le varie stazioni>> disse Aaron rivolto a me.
Annuii distratta. Davanti alla mia faccia sfilavano porte e porte di tutte le dimensioni e forme. Alcune erano simili alla mia altre erano grandi con scritto sopra “Area Privata” ed altre cose simili.
Dopo una buona mezz’ora di viaggio ecco apparire davanti a me un enorme portone che aprendosi provocò uno strano cigolio sinistro.
<<benvenuta nel nuovo mondo, sconosciuta>>.
 
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ladyuchiha93
view post Posted on 10/10/2008, 20:35




uhuh bella!!! mi piace!!! le tue storie sono davvero carine....scrivi molto bene...sisi....
spero in un continuo....e aspetto .....=.=...
 
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*Darky*
view post Posted on 11/10/2008, 20:02




WOWOWWW!SUGOIIIIIIIIII!*_________________*

qst vuole + essere un libro veru?*-*
è fiQuissimo vogliuo il seguito pure iooo!>______<
mi raccomando continua così >.<
l'unica cosa forse è ke sembra un po' come dire nn monotono ma vedi il modo di scrivere in prima persona..nn so...forse dovresti usare periodi + lunghi xò..beh nn so ma cmq anke così è bellishimo!*-*
brava ù.ù
 
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2 replies since 10/10/2008, 19:06   35 views
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